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William Shakespeare non è solo il più grande scrittore inglese e il più celebre drammaturgo di tutti i tempi. È anche autore di una produzione poetica di altissimo livello, come testimonia questo volume che la presenta nella sua totalità. Oltre ai notissimi 154 "Sonetti"", al Bardo sono attribuiti, con maggiore o minore certezza, i poemetti di ispirazione ovidiana ""Venere e Adone"" e ""Lucrezia""; i venti testi - probabilmente destinati a essere messi in musica - pubblicati nella raccolta ""Il pellegrino appassionato""; ""Il lamento di un'innamorata"", un esperimento di poesia pastorale il cui personaggio narrante ricorda l'Ofelia dell'Amleto; il poemetto allegorico ""La fenice e la tortora"", la poesia ""Morirò?"" e gli ""Epitaffi"". Si tratta - nota Roberto Sanesi nella sua importante prefazione - di un'opera eterogenea che tuttavia testimonia come, all'interno di una preponderante attività teatrale, Shakespeare abbia voluto misurarsi con le forme codificate della tradizione in vers