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Quando il virus sarà sconfitto lascerà una cicatrice interiore che ci accompagnerà per molto tempo. Per questo dobbiamo reagire, fin da adesso.Spaventati, disorientati, ora depressi o inclini all'ira, ora fiduciosi nella solidarietà collettiva, stiamo attraversando la pandemia come fossimo in mezzo a un mare tempestoso, cercando di resistere nella speranza di arrivare presto a un approdo. Ma come sarà quel porto? Migliore o peggiore di quello da cui siamo partiti? E come saremo noi, alla fine del viaggio? Sarebbe desolante se ad attenderci ci fosse la realtà di prima. Al tempo stesso, non possiamo pensare che il futuro si faccia da sé, per inerzia: il futuro è il tempo della fiducia, per questo va attivamente progettato e nutrito. Dobbiamo allora coltivare la fantasia, far leva sulla nostra forza immaginativa per riparare ciò che si è incrinato dentro di noi e intorno a noi, nelle relazioni, nella vita quotidiana, negli spazi di lavoro. E lo dobbiamo fare soprattutto per le giovani gen