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Un contributo per un dialogo tra teologia e neuroscienze che possa diventare strutturale e che non si limiti all'urgenza o al fascino del momento.Esiste ancora un soggetto morale padrone dei suoi atti e responsabile del proprio agire liberamente e consapevolmente scelto? Chi decide, il nostro cervello, la pressione selettiva, oppure esiste ancora spazio per la coscienza? Il testo individua, nel panorama di studi neuroscientifici, un ambito con il quale la teologia morale possa entrare in un dialogo proficuo, e quali prospettive si aprono per un arricchimento reciproco.