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Bianca Sorrentino riprende miti e poemi antichi mostrandoci l’importanza di riscoprire l’inesauribile vitalità che pulsa tra le righe delle opere classiche per migliorare il nostro presente. In un mondo in cui futuro e passato sono sacrificati sull’altare dell’istante e tutte le risposte sembrano essere a portata di clic, Pensare come Ulisse svela le ferite e le domande di un’identità perdutamente umana e ci ricorda che siamo gli eredi millenari di sogni e desideri che eternamente si ripetono, «di una storia comune che per sempre ci affratella». E proprio a questa nostra storia dobbiamo guardare per essere i nuovi eroi del tempo che verrà.Siamo figli di un secolo smarrito: bombardati da verità urlate e subito smentite, schiacciati dalle malattie e da una produttività senza fine, abbiamo perso il filo in quel labirinto che è il nostro mondo. A che cosa servono le parole degli antichi nell’universo liquido di Netflix e Amazon, in cui le favole sono sostituite da maratone di serie tv e un algoritmo ci toglie la fatica di esercitare il libero arbitrio? La lettura dei classici può permetterci di abitare un’altra storia, riappropriarci della nostra.rnrnNel ripercorrere le vicende degli eroi del mito, Pensare come Ulisse ci fa scoprire che le loro inquietudini non sono poi così distanti dalle nostre. L’inconsapevolezza di Edipo corrisponde all’autoinganno dell’uomo contemporaneo che, perso nel vortice incontrollato delle fake news, cerca di ritrovare se stesso. Il mito di Orfeo che