Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Dove si raccontano venticinque annirndell’interminabile guerra della sinistra italiana,rnle sue innumerevoli contraddizioni, i suoi mutevolirnpersonaggi e si chiarisce come questa storiarnnon ha un né inizio né fine: non conosce alcunornsviluppo, alcuna evoluzione, alcun cambiamento.rnÈ un magma. O, se preferite, un girotondo.rnrnIn Italia, quasi tutti i giorni muore un partito. In Italia, quasi tuttirni giorni nasce un nuovo movimento. È difficile votare due volterndi fila lo stesso simbolo, lo stesso schieramento, lo stesso leader.rnEssere di sinistra, in Italia, è un inferno.rnCosa direbbe Freud, vedendo che oggi sono i padri, più o menornnobili, a ribellarsi a figli ingrati e rottamatori? E cosa direbbernNietzsche di fronte all’eterno ritorno di una storia sempre diversarne sempre uguale a se stessa?rnDéjà vu ripercorre l’infinita notte dei lunghi coltelli della sinistrarnin un unico, abrasivo racconto. Sviscera i risentimenti personali,rnle vendette tardive, le inimicizie implacabili che hanno trasformatornl’area progressista in un terreno radioattivo, una gioiosa macchinarnda guerra in un plotone d’esecuzione. Ricostruisce una storiarnche si ripete identica da venticinque anni, come un girotondo.rnUna storia fatta di vittorie effimere e sconfitte brucianti, di partitirnche si riproducono per meiosi, di leadership deboli e vendette dirnpalazzo.rnUna storia che sta accadendo di nuovo. Adesso.