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Il dito alzato, come fa chi chiede la parola, per dire la sua. In questo libro Giulio Angioni dice la sua su cose piccole, grandi e grandissime del mondo e della vita. Come tutti, sempre, potendo. Prende la parola su ciò che ci sta accadendo, nel vasto mondo quanto in Italia, in particolare nella sua Sardegna. Anche a rischio di fare il guastafeste, dice la sua sui nuovi modi di morire, su Obama, su migranti, leghisti, razzisti, la munnezza di Napoli, su libri, autori, editori e altro ancora. Anche a rischio di mettersi dalla parte del torto. Perché pure questo serve, a volte, quando è difficile scegliere da che parte stare e come starci. Se dire la propria può essere normale atto di vita in comune, farlo con un libro è forse la maniera più discreta di alzare il dito per urgenza di dire e di capire.