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La ricerca proposta ha come obiettivo, attraverso un necessario e rinnovato confronto col reale, di tornare a riflettere sulla pratica del "mestiere"" architettonico e sulla ""realtà"" (o ""le realtà"") dell'architettura, per ragionare criticamente sui valori e sulle istanze positive che essa, in quanto parte costitutiva della realtà fisica, sociale ed economica che ci circonda, contiene per la trasformazione della città e del territorio in cui viviamo. La nozione di realismo è dunque un richiamo alla responsabilità civile dell'architettura, nei confronti dei suoi effetti concreti e immediati sulle trasformazioni fisiche e materiali del nostro vivere quotidiano. Si vuole, in altre parole, proporre - superando il ""relativismo immobile"" di questi anni, la sfiducia ed il rifiuto di ogni possibile fondamento oggettivo (anche solo per ""frammenti di verità"" possibili) in una condizione liquida e mobile - un possibile ritorno alle ""cose stesse"", alle regole e alla tradizione non transitoria dell'architettura capace, come poche tra le altre attività umane, di determinare e condizionare in termini di longue durée il nostro stare al mondo. Da entrambe le parti, architettura e filosofia, l'attività teoretica qui raccolta e delineata è da intendersi come una continua operazione di osservazione e critica del mondo (più si osserva e più si scopre), che vuole comprendere e far comprendere sempre più in profondità le sue strutture di senso, aprendo a nuove possibili riflessioni nell'in