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Il secondo romanzo della fortunata trilogia dell’autrice britannica Jane Gardam con protagonista Sir Edward Feathers, uno spaccato di storia inglese sullo sfondo della fine dell’Impero.«I romanzi di Gardam vibrano di emozioni: ma siccome siamo inglesi, no, thanks. Ogni emozione va rigidamente repressa, quasi che il riconoscerla esponga al rischio mortale di perdere tutto, a partire da sé stessi» - Giancarlo De Cataldo, Robisonrn«Jane Gardam ha costruito una sorta di Commedia umana, un lavoro certosino e balzachiano attraverso il quale si intuisce che la realtà non è che la somma di verità singole e se non verità, versioni» - Chiara ValerioIl «Guardian» ha sottolineato di Jane Gardam la capacità di «creare nei suoi personaggi una facciata di completa convenzionalità e poi inciderla per rivelarne sorprendenti mondi interni». Così sir Edward Feathers «Old Filth». Avvocato e giudice ai vertici del sistema forense, appare irreprensibile e appunto convenzionale. È un «orfano dell’Impero», perché la sua lunga vita si è svolta (dalla Malesia, ai college inglesi, a Hong Kong, a Londra) tra due ere: l’epoca postcoloniale e gli ultimi bagliori del dominio britannico in Oriente: tempi nostalgici, nel suo ricordo rappresentati dalla dolcezza della sua bambinaia malese, l’unica che non lo abbandonò mai. È sempre stato povero d’affetti; forse il più intenso fu per un amico di gioventù, un misterioso cinese che nascondeva sempre nel cappello un mazzo di carte, persona dallo strano ascendente