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«Cosa sarebbe stata la mia vita qualora fossi nato, come mio padre, nel gennaio del 1922 e se, come lui, mi fossi trovato immerso nella tormenta della Storia». Questo è un libro che indaga sulla Resistenza (intesa come fenomeno storico) e sulla resistenza (intesa come capacità di ribellarsi) incrociando storia e psicologia, ma lo fa in un modo diverso dall'usuale e fecondo di sorprese, ricostruendo, nella maniera più scientifica possibile, quale sarebbe stato il comportamento dell'autore se si fosse trovato nella situazione concreta di dover scegliere una linea di azione di fronte ai dilemmi che l'occupazione nazista della Francia poneva a un giovane di allora. Ribellarsi, arrendersi o collaborare con i carnefici ? Nei vari episodi effettivi in cui ciò si presentava, in un crescendo andante dalla scelta tra aderire all'esercito degli occupanti o dei resistenti (cioè tra de Gaulle e Pétain) sino al terrore della tortura, della delazione e della caccia all'ebreo. E collocandosi nelle situazioni in cui emergessero i vari tipici elementi della motivazione a ribellarsi o accettare (per ideologia, indignazione, empatia, paura, altruismo, eccetera). Le situazioni concrete in cui immergersi, per rispondere al quesito di come si sarebbe comportato lui, l'autore le ha ricostruite dalle testimonianze scritte e dai racconti di protagonisti. Mentre i presupposti teoretici che renderebbero possibile l'immedesimazione sono individuati nell'esistenza della cosiddetta personalità potenziale,