Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Pubblicato nel 1947 e accolto da Einaudi nel 1958, "Se questo è un uomo"" viene da allora continuamente ristampato e tradotto in tutto il mondo. È nota la misura, la compostezza di questo classico dell'esperienza della deportazione, il suo intento di descrivere l'indescrivibile, che ha portato l'autore a affermare ""se c'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio"". Questa edizione commentata è ricca di riferimenti testuali e per l'acume interpretativo, con note, sin dalla prefazione, sulla struttura, le scelte linguistiche e di contenuto (fornendo particolari sui personaggi descritti nel campo). Cavaglion compie uno scrupoloso lavoro di analisi stilistica, studiando le influenze letterarie (prima di tutto ""La Bibbia"" e la ""Divina Commedia"") ed illuminando di volta in volta interi periodi o singole parole come ""gioia"", ""fortuna"" e ""felicità"", paradossalmente i vocaboli più ricorrenti in tutta l'opera di Levi. Un lavoro che ""pesa, separa e distingue"" in un'opera che non si legg