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"Tempeste atmosferiche e ormonali, ritmi del corpo e delle stagioni, genio dei luoghi e delle ore del giorno, investigazioni sulla fisica della materia e dell'immateriale: di tutto questo, della buona e della cattiva sorte in amore e in ogni economia della felicità, Patrizia Cavalli fa in poesia Scienza e Teatro. (...) Sempre di più col tempo si capisce che queste poesie sono fatte per illuminare e conoscere, perché in ogni ansia e ombra, in ogni percezione e passione c'è un enigma da indagare."" (Alfonso Berardinelli) ""Occorre rovesciare puntualmente per Patrizia Cavalli i luoghi comuni e le categorie consuete della critica: lievità epigrammatica, diario privato, canzoniere amoroso. L'operazione che si compie non è lieve, ma aspra e ""petrosa""; non è monodica e privata, ma corale e pubblica; non riguarda tanto l'amore quanto la fisiologia e l'etologia di un corpo primordiale. (...) Questo poeta disincantato e quasi preistorico, maestro incomparabile dei metri e delle rime interne, s