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A volere dare credito alle guide turistiche, Kittur - città immaginaria, ma fin troppo reale, che sorge sulla costa sudoccidentale dell'India, circa a metà strada fra Goa e Calicut - è un centro di grande interesse storico, in cui convivono pacificamente uomini di religioni, razze e lingue diverse. Ma a osservare le cose più da vicino, ci si accorge quanto sia drammaticamente difficile viverci. Della stazione ferroviaria le guide parlano diffusamente: non dicono però, che è qui che vive Ziauddin, un giovanissimo musulmano spedito in città dai genitori senza un centesimo in tasca; dorme per strada, è maltrattato e ricattato da tutti a causa della sua religione, sino a quando un tale, non inizia a pagarlo perché tenga d'occhio i treni adibiti al trasporto di soldati; il suo sussulto di rivolta gli costerà caro. Al maidan dedicato a Jawaharlal Nehru, è invece facile imbattersi in una specie di santone che sta sempre appollaiato su una balaustra spartitraffico e si nutre piluccando in mezz