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Edmondo Berselli descrive un'Italia deideologizzata, demoralizzata, un Paese da talk show confusionario, in cui sentimentalismo e ferocia, le caratteristiche di sempre, vengono proiettate in una dimensione che non è vera né falsa, è iper-reale.rnrn«Il giornalismo non è affatto un mestiere nobile. È azzardo, intelligenza, cinismo, amore per i particolari, spregiudicatezza … Il giornalismo è un lavoro, è assiduità. Si migliora scrivendo, non distillando rari concetti dall'empireo di un lessico illuminato dalla divina ragione … No, non credo che si possa smettere di essere giornalisti. Si è giornalisti perché si è curiosi. E la curiosità non finisce mai, credo.» È questo che pensava Berselli della sua professione. Lui che a un certo punto della vita ha deciso che avrebbe «lavorato con la carta stampata, non importa che si trattasse di giornali o di libri». In occasione del decennale della sua scomparsa, avvenuta l'11 aprile 2010, Cabaret Italia raccoglie il meglio della produzione di uno