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Che importanza potrà mai avere correre in due ore questa bislacca distanza di 42 chilometri e 195 metri? Una distanza nata più dal caso che dal mito? È una caccia al record perfetto, un record assurdamente arbitrario e insieme umanamente eroico. E un sogno, è spesso un'ossessione. Ma è anche un'inconsapevole impresa collettiva di un'umanità varia e contraddittoria. In "Due ore"" le diverse facce dell'universo ""maratona"" sono raccontate in dieci tappe brillanti e affascinanti attraverso le sue storie e i suoi eroi. Ci sono le grandi gare di Geoffrey Mutai, quelle in cui ha perso di un soffio dopo aver corso sempre in testa, e quelle in cui ha vissuto l'estasi della corsa in solitudine, quando si sentiva attraversato dallo ""Spirito"". E c'è la storia della sua vita, simile alle vite di tanti grandi campioni africani della maratona: un'infanzia scalza, un'adolescenza in bilico tra l'alcol e l'impegno sportivo, una scelta di massacranti allenamenti quotidiani in un ritiro sugli altopian