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Savatteri si è ispirato a una vicenda realmente accaduta e raccontata da Sciascia (che il lettore individuerà anche fra i personaggi del romanzo) nelle Parrocchie di Regalpetra. Ha indagato tra le carte d’archivio ricostruendo la vicenda di Centoedieci.rnrn«Io conoscevo quell’uomo, ad attribuirgli un furto non avrei avuto dubbi, mai avrei creduto fosse capace di uccidere. Ma tutti possono sbagliare: io o i giudici, oso dire anche un maresciallo dei carabinieri può sbagliare; perciò tremo al pensiero di dover giudicare» - rnLeonardo Sciascia, Le parrocchie di Regalpetrarnrn«Apparve evidente che l’assassino non era lo zolfataio, incastrato da testimonianze di gente divenuta improvvisamente loquace, mentre prima non si riusciva a tirar loro fuori di bocca una parola manco con le tenaglie… un capro espiatorio così esemplare da passare in proverbio: Tantu paga Centuedeci» - rnAndrea CamillerirnrnNovembre 1944. Un anno dopo lo sbarco in Sicilia gli americani hanno ormai sgomberato l’isola. In un paese dell’entroterra siciliano viene ucciso in piazza con un colpo alla nuca il sindaco: in odore di mafia, tessitore d’affari, con grossi interessi nelle miniere di zolfo. Del delitto viene subito accusato «Centoedieci» (il soprannome lo deve al nonno, uno dei pochi che sapeva leggere e scrivere), privato del lavoro alla miniera, nemico giurato del sindaco. Indizi, testimoni, voci: convergono tutti in maniera sin troppo univoca e perciò sospetta nell’indicare Centoedieci come autore del d