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La Scuola di Valentino descrive la complessa intersezione tra una dominante opzione teologica cristiana e raccoglimento, pur parziale e recessivo, delle altre fonti di rivelazione che la creazione è stata resa capace di produrre e manifestare. Tra queste, il presente volume intende sottolineare la rilevanza di quella tradizione testuale che gemma dal racconto del perverso innamoramento degli angeli per le figlie degli uomini, germinalmente narrato nel Libro dei Vigilanti. Attraverso un'indagine dalla vocazione diacronica - muovendo dalla lettura storico-critica degli ipsissima verba di Valentino per spingersi sino ai testi copti rinvenuti presso Nag Hammadi - il contributo analizza la pervasività della tradizione enochica negli scritti valentiniani. Emergerà come, a partire da un complesso processo di rilettura e riscrittura di tale nucleo mitico-concettuale, la scuola di Valentino realizzi la piena ibridazione della urgente storicità proto-cristiana con le coeve categorie ontologiche di derivazione platonica: la salvezza comincia a essere pensata in termini di natura, e comincia a delinearsi una teoria della libertà e del libero arbitrio. Nondimeno, tale operazione assume l'aspetto di una dislocazione - non di una rimozione - della riserva carismatica del pensiero cristiano delle origini, la quale viene promossa a governare la struttura ontologica medioplatonica, in un processo di dominanza della rivelazione sull'Essere, della gnosi sulla filosofia e sulla fede, della libert