Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Fin dal suo apparire nel 1977, Novecento teologico apparve un libro destinato a far riflettere. Per due motivi: l'essere una ricostruzione originale del pensiero di Karl Barth, Rudolf Bultmann, Dietrich Bonhoeffer, e del socialismo religioso svizzero, e l'essere un nuovo capitolo della filosofia della religione di Italo Mancini. Da un lato, la chiarezza dell'esposizione mostra i capisaldi dei tre maggiori teologi protestanti del secolo scorso la novità della teologia dialettica, l'effetto dirompente della demitizzazione, il respiro liberante del cristianesimo adulto - nei loro intrecci e nelle loro divergenze; dall'altro, è come se Mancini svolgesse qui una ricapitolazione delle sue ricerche degli anni Sessanta e Settanta e preparasse la stagione ultima, che lo porterà alla "logica dei doppi pensieri"". Una logica che, cimentandosi con la sfida di pensare e dire oggi l'""Oggetto immenso"" (Dio), incorporerà tracce cospicue dell'eredità di Barth, Bonhoeffer, Bultmann. In questo senso Novecento teologico è un classico della storia della teologia e del pensiero filosofico."