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Il matrimonio di Giano e Clarissa, dopo più di vent'anni, si regge su un borghese "equilibrio imperfetto"" fondato su una solida e collaudata ipocrisia, per cui ciascuno dei due nasconde segreti che, se venissero alla luce, provocherebbero una catastrofe. Ma questa ""manutenzione del matrimonio"" non è una semplice sequela di volgari sotterfugi, è l'applicazione assidua e insonne di capacità dialettiche, di facoltà intuitive brillanti, si potrebbe quasi paragonare a un esercizio zen. Un esercizio da cui non sono comunque per nulla assenti il tormento e la passione. Così gli scambi, le relazioni, gli intrecci di verità e menzogna, l'alternanza di freddezza e seduzione tra i vari personaggi, se all'inizio hanno un aspetto geometrico, appena sfiorato da qualche brivido di trasgressione e d'inquietudine esistenziale, poco alla volta si trasformano in spirali ossessive, in soffocanti prigioni in cui Clarissa sbatte le sue piccole ali di farfalla lussuriosa e Giano contempla attonito le cons