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Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all'onestà e all'accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.«Non morì di overdose. Fu un'ipotermia a uccidere il fratello di Giorgio Panariello. A nove anni dal ritrovamento del corpo senza vita sul lungomare di Viareggio l'attore salda il debito con la verità in un libro in cui racconta il rapporto incrinato dalla tossicodipendenza di Franco e da un senso di colpa da cui Panariello non si è mai separato» - Fulvio Paloscia, la Repubblicarn«È lui? Nei film gialli, l'ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all'obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un'anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un