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Per quale motivo tutti, o quasi tutti, voglionornvivere in città? Le possibili risposte sono molte.rnLivio Sacchi, da architetto, è convinto chernil principale motivo per cui le città piaccionorncosì tanto sia sostanzialmente uno solo:rnin città ci si sente e si è più liberi che altrove.rnAffrancando le identità dei singoli dallernaspettative familiari e sociali e permettendo arnchi vi abita di provare a diventare ciò che vuole,rnle città consentono qualcosa di molto prossimornall’autodeterminazione del proprio essere.rnCon uno sguardo critico rivolto alle migliorirne alle peggiori soluzioni adottate nelle metropolirndi tutto il mondo, Sacchi osserva il rapporto inrncontinua evoluzione tra uomo e spazio urbano,rnprovando a immaginarne gli sviluppi. A Parigirncome a Tokyo, a Milano e Roma come a Delhirne a New York, parlare oggi di patrimoniornculturale e architettonico, di centro e periferia,rnsignifica affrontare i temi della comunità erndella cittadinanza, delle infrastrutture fisicherne digitali, di una inarrestabile globalizzazionerne delle sue conseguenze. Questi cambiamentirnsempre più veloci, apparentemente incontrollati,rncostituiscono una grande occasione perrncostruire un mondo a misura dell’uomo e dellernsue potenzialità. Ma occorre che la politica, siarna livello centrale sia locale, operi pensando alrnbene comune, pianificando l’avvenire delle cittàrnin cui viviamo e, quindi, il nostro stesso futuro.rnUn futuro che si costruisce, insieme, nel tempo ernche non è a