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Un mondo senza autorità non è possibile, se non a costo di perdere la libertàrnrnCirca la questione se davvero possa esistere una "società piatta"", i due studiosi sostengono che, come la fenice, l'autorità finisce sempre col risorgere dalle sue ceneri, presentandosi oggi con modalità più sottili, pervasive e forse più ""prepotenti"" che in passato: s nota, in diversi Paesi, una spinta verso un ritorno impetuoso ""del padre"" nella forma dura e stringente dell'uomo forte o del fondamentalismo religioso che cerca di ripristinare il modello del monoteismo inteso come unica legge» - Giulio Brotti, l'Eco di BergamornLa contestazione, fino al rifiuto, dell'autorità quale freno alla libera espressione del sé è una delle eredità del secondo Novecento, soprattutto delle lotte del '68, con la messa sotto accusa dei pilastri su cui l'autorità poggiava - la tradizione, il padre, l'insegnante, la Chiesa - in nome dell'affermazione dello spirito individualistico. Eppure, come l'araba fenice, l'autorità risorge in continuazione dalle sue ceneri, ricostituendosi in forme inedite, più fuggevoli e indeterminate, ma non per questo meno efficaci. Assistiamo al moltiplicarsi di spinte per un ritorno all'ordine di un padre autoritario, tirannico e fondamentalista, oppure, in modi più sottili ma insidiosi, al presentarsi di un dominio tecnocratico che di fatto punta al superamento della condizione umana come la conosciamo. A chi dunque dobbiamo guardare? Non si tratta di tornare indietro, come qua