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L'Italia diventa moderna nel primo ventennio del Novecento grazie alla prodigiosa industrializzazione del Nord. Migliori condizioni economiche favoriscono il consumo di massa, l'espansione del turismo e dell'industria culturale, l'informazione e l'istruzione. Esperienze ed esperimenti innovativi colorano così la vita quotidiana della nazione: l'invenzione delle riviste illustrate, lo spettacolo diffuso, il futurismo, l'editoria popolare, il cinema e la radio nei primi anni Venti. Dopo la rivoluzione russa e la prima guerra mondiale si radicalizzano gli scontri tra proprietari e salariati che favoriscono l'avvento di Mussolini. Ascesa e declino del fascismo sono strettamente connessi alla progressiva occupazione, ideologica e propagandistica, dei mezzi di comunicazione. Tuttavia la presenza di radicate culture locali, i contrasti tra le diverse correnti interne al fascismo, la concorrente organizzazione comunitaria della Chiesa cattolica, le insofferenze nel mondo delle arti, i gusti delle classi borghesi, lo spirito comico delle classi popolari, il rapporto contraddittorio tra culture di consumo e partecipazione politica rendono il quadro del periodo alquanto complesso e sfaccettato. Non a caso il volume termina con la liberazione dalle forze nazifasciste del 25 aprile del 1945, quando il processo di modernizzazione dell'Italia può rifiorire liberando le energie, le vite, le culture e le idee prima nascoste, censurate e dissimulate.