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Un'indagine di Marò Pajno.rn«Era la prima sera di quiete dopo un lungo periodo di pioggia; l'aria era ferma, fredda ma non pungente. Il mare si faceva sentire con il suo respiro virile e il profumo aspro, che il vento aveva sparso per tutti e quattro i mandamenti. Marò bardata di tutto punto si avviò all'appuntamento»rnTutti gli anni, dal sette dicembre al sette gennaio, Palermo è in preda al demone del gioco: aristocratici, borghesi e modesti cittadini, giovani, vecchi e bambini sono vittime della medesima febbre. Sul tavolo verde si impegnano esigui risparmi o ricchi patrimoni nell'irrinunciabile rito collettivo delle feste invernali. Marò Pajno sta attraversando un periodo difficile, e il freddo che sente dentro non è legato solo alla pioggia che affligge senza sosta la città: da pochi mesi la sua storia con Sasà è finita – mentre la madre si ostina a chiederle implacabile a ogni visita perché non mette su famiglia – e, assodato che "la fimmina insoddisfatta mangia"", lei si è pian