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Un viaggio verso l’essenza della natura più selvaggia. Una storia vera che sembra un film. rnA cosa serve la musica là fuori dove il mondo naturale sta collassando su scala globale?rnrnAll’alba lascia il campo base e percorre i sei chilometri che rappresentano la distanza di sicurezza dall’ultimo suono dell’uomo. Sotto il semplice scudo della sua impenetrabile zanzariera, sulle spalle il sofisticatissimo registratore digitale e nelle mani l’asta di un microfono ad altissima risoluzione, David Monacchi fende la foresta e giunge non senza fatica al centro del nulla. A quel punto si accoccola, accende il tasto rec e si abbandona all’ascolto. rnUn po’ Indiana Jones, un po’ Walt Whitman, un po’ Greenpeace, David Monacchi è un archeologo delle parole della natura. Da oltre dieci anni gira il mondo per catturare i suoni dei luoghi ancora non modificati dal passaggio dell’uomo, quelli che lui reputa intonsi e ultimi, a forte rischio di scomparsa. Nel cuore dell’Africa nera, nella giungla amazz