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Nella silloge si evince un'arte poetica "estetizzante"" in quanto mira alla raffinatezza e alla musicalità del linguaggio avvicinando il fruitore alle atmosfere poetiche che il verso suscita. La parola della poetessa è evocativa in un rapporto di moti dell'animo con l'intento di trasmutare sentimenti, sensazioni, con l'accurata ricerca della loro vera ""essenza"" nel significato greco dell'""oltre"": oltre l'apparenza, ma nel profondo dell'essenza. ""E si chiamano emozioni"" quelle scaturite dalla lettura di questa pregevole silloge che ci eleva a grandi ideali suffragati da una sottesa speranza, quella speranza che alberga in noi nei momenti più bui dell'esistenza: una vita senza speranza non avrebbe senso di essere vissuta."