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Quella del grande yogin tibetano Milarepa (1052-1135) è una storia profondamente umana, paradigmatica della grande trasformazione che può compiersi grazie a una pratica autentica e all'incontro con un vero maestro. Milarepa non ebbe una vita facile: da bambino fu defraudato dei suoi beni dai parenti e subì ogni sorta di soprusi. Su istigazione della madre commise crimini terribili, ma la vendetta non gli diede alcuna gioia e lo rese un reietto agli occhi degli abitanti del villaggio. Dopo molti sacrifici riuscì a farsi accettare come discepolo da Marpa, che, spingendolo al limite e mettendolo continuamente alla prova, seppe guidarlo verso il risveglio. Dopo aver abbracciato la vita ascetica, raccolse intorno a sé molti studenti e cominciò a impartire insegnamenti spontanei a chiunque si recasse nel suo eremo, sotto forma di parole e di canti: quinto detentore del lignaggio kagyü (noto anche come Mah?mudr?), fu il primo ad aver studiato, praticato e insegnato unicamente in Tibet tale tradizione. Come Marpa aveva avuto un ruolo fondamentale nel trapiantare una tradizione indiana nel contesto tibetano, così Trungpa Rinpoche fu pioniere nell'introdurre gli insegnamenti della tradizione kagyü nel contesto moderno occidentale, nel corso degli anni settanta del Novecento. L'uso di un linguaggio colloquiale e la traduzione in inglese di testi e liturgie divennero i tratti caratteristici del suo approccio all'insegnamento: questo libro, basato su una serie di seminari tenuti tra il 19