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Estate 1977. Mattia Brau è un ragazzino di dieci anni, introverso, solitario, che passa gran parte del suo tempo a comporre versi, in una sorta di trance mistica, mentre contempla un vecchio ginepro sulle colline che circondano il paese di Gonnesa, nel sud della Sardegna. Versi che gli compaiono durante una sorta di trance mistica. Suo padre Michelangelo fa l'operaio a Portovesme, una località poco distante, sottoposta negli anni '60 e '70 a un'industrializzazione selvaggia. È un sindacalista duro e puro, comunista doc, violento in famiglia, lontano anni luce dalla sensibilità del figlio. Sua madre Filomena è molto religiosa, comprensiva, ma succube dell'aggressività del marito. Il fratello Giuseppe, più grande di tredici anni, anche lui vittima delle vessazioni del padre, ha sviluppato un odio profondo per il genitore, e per vendetta abbraccia idee politiche opposte. Cacciato di casa all'età di sedici anni, studia Filosofia all'Università di Cagliari, e allo stesso tempo lavora come panettiere. Pur vivendo lontano, ha con Mattia un legame speciale e ogni volta che il fratello ha bisogno lui, compare come per magia. Un giorno appare Mabel, una turista veronese di dodici anni e mezzo, che dimostra subito di capire Mattia e di accettarlo per quello che è, riconoscendone per prima le doti artistiche. È più matura della sua età, ha una mentalità aperta, una sessualità già prorompente, lontana dei tabù e dai pregiudizi della grettezza paesana. Scuote Mattia, facendolo passare quas