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In fuga tra montagne incantate per ritrovare la gioia di vivere. E un'amicizia insperata.rn«Cattiva, spiritosa, anticonvenzionale, lungimirante, Elizabeth von Arnim… racconta con verve e un acuto occhio sociale i tic e i tabù della buona società.» - Irene Bignardi, Vanity Fair rn«Di incantevole, come sempre, ci sono i personaggi. Soprattutto le donne di mezza età: ancora giovani se la cipria tiene, già appassite se le lacrime la sciolgono, ancora prigioniere delle convenzioni, già indomite nei loro soprassalti. Ma niente enfasi, mai: la vita non sarà mai una faccenda così seria da farne un dramma.» - Daniela Mattalia, Panorama rn«Amore, sesso, conflitti, questioni di denaro popolano i romanzi di Elisabeth von Arnim, mescolati in un cocktail perfetto da un'ironia caustica ma anche tollerante.» - Elisabetta Rasy, Il Sole 24 Ore rnEstate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l'animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall'apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un'impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia. Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di