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Ma che storia è? Cosa c’entrano le anime con le acciughe? Anzi, come vedremo, con un intero banco di acciughe? C’entrano, perché siamo nell’aldilà. Come non l’avreste mai immaginato, dove tutto è all’insegna della leggerezza.rnrn«Anime, animelle, acciughe e dintorni: in questo libro ho trovato un ricettario metafisico – ma molto terreno – per cucinare al fuoco vivo di ricordi ed emozioni tutto il sapore di una vita che ne contiene mille» - Matteo Baldirnrn«Per giorni in giro per Milano ho giocato con anime gemelle esercitandomi di già nell’aldiquà» - Carlo Chambryrnrn«Non credo di aver mai letto un libro sulla morte/sul morire di così straripante vitalità» - Ota De Leonardisrnrn«La magia di un libro è che quando lo apri dopo non sei più lo stesso» - Enya Daniela Iddarnrn«Una vertiginosa avventura in un aldilà assolutamente inedito. Con un finale sospeso di immensa poesia» - Anna Migliornrn«Ci provano da millenni religioni e filosofie, invano. Achille Mauri ci riesce: leggete queste pagine e dimenticherete la paura. Di cosa? Ah già, della morte» - Maria Pace Ottierirnrn«Non immaginavo che la morte potesse essere così viva. L’aldilà così vivace e l’eternità così teneramente quotidiana. Una divina sorpresa!» - Filippo TimirnrnrnInfatti si chiama aldiquà. C’è Achille... che si sveglia poche ore dopo essere mancato nella sua casa milanese di via Cusani, e comincia subito a dialogare con un trapassato illustre, il maresciallo Radetzky, già inquilino dello stesso palazzo ai bei (p