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Che cosa resta quando, fuorché l'onore, tutto è perduto? Uccidere?rnrn«Il commissario Melis indaga con la finezza e l'acume che i lettori di Tuzzi, uno dei nostri più eleganti giallisti, conoscono. La cerchia dei sospetti si allarga poi arriva, inaspettata, la sorpresa» Il Venerdì - la Repubblicarnrn«Hans Tuzzi e il suo poliziotto Norberto Melis mi regalano così tanto piacere che quasi li sento di famiglia... Melis si applica con tutta la sua intelligenza che per osmosi trasmette a chi li legge» - Pietro Cheli, AmicarnrnEstate 1982: lasciati alle spalle i due casi d’inizio estate (Il principe dei gigli e Casta Diva), il vicequestore Norberto Melis si trova in un pittoresco borgo della Liguria insieme all’agente Lambiase per un congresso organizzato dal ministero degli Interni. Quando tutto finalmente finisce, l’albergo viene invaso da scrittori e funzionari editoriali convenuti per un’importante manifestazione culturale. Che, però, ha inizio con un colpo di pistola. Chi ha ucciso il celebre autore in quella che ha tutta l’aria di una esecuzione? E perché? Coinvolto giocoforza nel caso, Melis, che per poco non è stato testimone oculare del delitto, si trova così alle prese con un mondo fatto anche di piccole invidie, bassezze, viltà. Ma è proprio tra i colleghi del morto – come tutti i letterati, persone più portate alle parole che ai fatti – che va cercato il colpevole? Davvero le ragioni dell’omicidio stanno in quel groviglio di maldicenze, di competizione ambiziosa e di ant