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«Romanzi di consumo destinati "a un effimero smercio"", come dimostrano la qualità scadente della stampa, i materiali utilizzati, il formato ""tascabile""; romanzi dispersi nel tempo o ritenuti indegni di essere conservati nelle biblioteche»: tali erano considerati i romanzi stranieri in Italia, nel Settecento, da parte dell'establishment culturale? opere di basso livello, di scarso valore letterario, destinate ad accontentare i gusti del pubblico e le curiosità di vanesie lettrici. Su queste premesse, Ilenia De Bernardis delinea le tappe di un percorso narratologico che, a partire dall'Inghilterra, attraverso la mediazione della Francia, porta alla nascita, diffusione e affermazione del romanzo ""moderno"" in Italia e che culmina nella produzione di romanzi ""derivati"", o meglio ""d'emulazione"". Archetipiche ed esemplari di tale processo risultano le vicende editoriali del primo romanzo di Samuel Richardson, Pamela; or Virtue Rewarded, uscito anonimo a Londra nel 1740: l'eroina protagonista, Pamela, è una servetta-scrittrice, intelligente, devota al padrone - che ne insidia la virtù con frequenti e scabrosi tentativi di seduzione - e ricompensata infine da un cambio inaudito di status sociale. Pur rimanendo fortemente fedele all'originale, la traduzione italiana si contraddistingue per frequenti «interventi manipolatori», nella volontà di adattare le vicende al clima culturale e alla morale dell'Italia settecentesca. Il ""viaggio"" ideale di Pamela attraverso l'Europa del