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In un dialogo con Joseph Hanimann, Salmon riflette su vicende, significato e lascito del Parlamento internazionale degli scrittori, chiusosi nel 2003. Si era costituito a Strasburgo dieci anni prima, su iniziativa dello stesso Salmon, per prestare soccorso agli scrittori minacciati di morte attraverso quella rete solidale di città-rifugio che avrebbe poi ospitato e sostentato più di cento esuli. L'esperienza di un "parlamento"" atipico, luogo di parola per ""deputati"" senza mandato, in rappresentanza di un popolo che non c'è, secondo Salmon non andrà perduta, anche se i tempi impongono un netto riorientamento: dall'intellettuale ""engagé"" a un'acustica dell'ascolto che fonda del ""diventare minoritari"", una nuova politica della letteratura."