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In questo inizio di Terzo Millennio a molti pare che un ritorno al silenzio sarebbe necessario e auspicabile. Ma che tipo di silenzio? Remo Bassetti ci offre in questo breve libro una «grammatica del silenzio», come antidoto al frastuono imperante che ci circonda.rn«Man mano che diminuisce il prestigio del linguaggio, aumenta quello del silenzio» – Susan Sontagrn«Il libro che state per leggere non è precisamente pro o contro il silenzio. Mi sarebbe parso un obiettivo insensato, quanto potrebbe esserlo un volume pro o contro la parola, o pro o contro il suono. Questo libro persegue semmai il fine ambizioso di suggerire dei criteri per individuare il buon silenzio, quello che favorisce il benessere proprio e degli altri e che nasce (silenziosamente) dalla felice congiunzione tra etica e libertà»rnrnUna storia del silenzio probabilmente non si può urlare (non sarebbe coerente), ma si può forse leggere, con quell’attitudine meditativa e piacevolmente ovattata che si trova anche sulla copertina di questo volume. Questo inno alla fuga dai rumori del mondo, nell’immersione senza suoni di una buona lettura, non è tuttavia una pratica così antica, dal momento che almeno fino al Duecento la maggior parte dei libri veniva letta a voce alta.rnMa il silenzio non è solo un’attitudine personale verso la quale siamo più o meno portati. Ci sono molte forme di silenzio sociale, parecchie delle quali hanno regole stabilite, e ci sono silenzi carichi di significati, altri che non vogliono dire n