Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
«Riunisco in questo volume alcuni miei saggi che rimandano al lettore, come indica il titolo, echi del diritto romano provenienti dal duplice campo dell'arte e del pensiero. Al centro dei tre lavori iniziali vi sono altrettanti pittori noti a tutti: Jacques-Louis David, Peter Paul Rubens e Wassily Kandinsky. Ai primi due ho dato rilievo in quanto autori di tele nelle quali vengono rievocati momenti importanti dell'esperienza giuridica della civitas monarchica e repubblicana, di cui sappiamo grazie a una tradizione risalente nel tempo, raccolta da Livio e da altri scrittori antichi. Di Kandinsky mi sono invece occupato perché lo studio del diritto romano, da lui coltivato quando frequentava la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Mosca, ha influito, concorrendo a plasmarne una particolare forma del Denken, sulla sua virata verso l'astrattismo. I protagonisti degli altri cinque contributi appartengono tutti all'area della riflessione filosofica e si distinguono per la loro attenzione nei confronti dell'universo giuridico romano: si tratta di Elémire Zolla, Peter Sloterdijk, Giorgio Agamben, Hannah Arendt e Nicolás Gómez Dávila. Nelle loro pagine affiora un'approfondita conoscenza delle istituzioni del nostro lontano passato, messa a frutto per scandagliare il presente, talora nel tentativo di individuarne le linee di tendenza, specialmente nell'ambito politico. Tratti costitutivi della società in cui viviamo vengono così a illuminarsi di nuova luce, anche se non sempre