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Maurizio Fiorino ci trasporta in una periferia di un Sud arcaico, fatto di esistenze disperate che non hanno paura di mostrare i loro abissi interiori.rnrn«Una storia che non lascia scampo, più dei precedenti romanzi dell’autore – dove non è che non abbondassero i drammi, ma lì la pressione del dolore allentava nel germe di proiezioni benefiche, da immaginare come simbolica possibilità di un (pur anticonvenzionale) lieto fine» - Quotidiano del sudrnrn«Romanzo-ballata sanguinante, scavato nella pietra della Sila, ambientato nel paese di una conca bollente della Calabria. Vi si parla di un dolore antico, di una bruttezza (di volti sfigurati) irredimibile, di colpe segrete, di un destino ineluttabile che forse riguarda tutti noi (il Sud è metafora dell'esistenza, non solo luogo geografico). L'incipit è cinematografico, quasi Scorsese, e al tempo stesso sorretto da una lingua tesa, personalissima» - Filippo La Porta, la Repubblicarnrn«Macello conferma Fiorino come autore di spessore, elegante e con senso della misura anche quando naviga nelle paludi del peggior degrado. La sua è una voce salda, precisa, lontana dalle bellurie. Qualcosa che, nonostante la pesantezza delle vicende, è stimolante leggere» - TuttolibrirnAnni '70, siamo a Bagnamurata, un minuscolo paese periurbano di un Sud scabroso e arcaico. Biagio cerca in tutti i modi una via di scampo: figlio unico e orfano di madre, viene cresciuto da Bruno, il macellaio del paese, nonché un uomo prigioniero dei propri silenzi, c