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Saremo giudicati da un algoritmo?rnUn romanzo così verosimilernda sembrare un incubornrn“Cassia si lasciò caderernsullo schienale della sedia.rn‘Siamo a un punto morto.rnNon c’è modo di capire lo scopo del virus,rnlo schema di duplicazione, né tantomenornil meccanismo di accesso alla rete.rnTutto quello che sappiamornè che è sorprendentemente aggressivo.’rnAl punto di arrivare a uccidere,rnevitò di aggiungere.”rnIn un’aula del palazzo di giustizia di Roma, gremita di giornalisti e tecnici ministeriali, il visionario manager Aristotile Damanakis presenta LexIA l’algoritmo di “sentenza artificiale” che rivoluziona il processo penale: a stabilire la colpevolezza di un imputato sarà un programma in grado di considerare ogni aspetto del caso, dalle circostanze alle prove, dalle testimonianze alle attenuanti, rendendo superfluo ogni intervento umano. Basta un algoritmo per decidere se una persona ha commesso o no un delitto.rnMa a scombussolare i piani del governo ci pensa l’affascinante e coraggiosa Cassia, che scopre un’anomalia mimetizzata nel codice di LexIA che potrebbe comprometterne l’imparzialità. La ragazza non ha dubbi: qualcuno ha violato la sandbox di protezione del sistema. Chi sta mettendo le mani sulla riforma della magistratura? Chi è disposto a uccidere pur di manipolare le sentenze? Da quel momento Cassia diventa un bersaglio. Come lei è stata in grado di vedere l’anomalia, qualcuno – attraverso l’anomalia – ha visto lei. Qualcuno che è disposto a tutto pur di cop