Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Francesco Maria Colombo, al suo esordio narrativo, indaga le tracce di una liaison che fu clandestina, fulminea, temeraria e lacerante: interroga lettere, diari, confessioni, scie dissimulate nei romanzi, una manciata di fotografie erotiche di stupefacente modernità.rn rnrn “Quel corpo nudo, quegli occhi teneri e tristi non sono solo specchio al destino effimero della bellezza: in essi si inarca sopra di noi, mai più e per sempre, l’incorruttibile splendore dell’istante”rnrnParigi, fine Ottocento: due ragazzi crescono insieme, frequentano il bel mondo e i salotti letterari, hanno per compagni di gioco Proust, Gide e Valéry. Sono Pierre Louÿs e Marie de Heredia, il talento li destina a diventare esponenti di spicco della letteratura francese, la bellezza e il desiderio faranno di loro due amanti impareggiabili. Francesco Maria Colombo, al suo esordio narrativo, indaga le tracce di una liaison che fu clandestina, fulminea, temeraria e lacerante: interroga lettere, diari, confessioni, scie dissimulate nei romanzi, una manciata di fotografie erotiche di stupefacente modernità.rn rnMa la sua non è solo una ricostruzione storica. È un labirinto dove la vita di Pierre e Marie si combina con il tempo presente e con il racconto autobiografico: le strade si incrociano e si diramano creando un gioco di specchi deformanti, di false prospettive, di illusioni e di interrogazioni intorno al tema dello sguardo, dell’immagine, dell’identità, della memoria involontaria, di ciò che si perde nel