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Nell'ottobre del 1915, le truppe tedesche e austroungariche da nord e le truppe bulgare da est attaccano e invadono la Serbia. L'esercito serbo tenta una fuga verso il principato fratello del Montenegro, verso l'Albania e verso il mare, trascinando al suo seguito decine di migliaia di civili, divenuti profughi, e di prigionieri austro-ungarici. Una marcia interminabile, estenuante, durante la quale trovano la morte un numero enorme di individui. I prigionieri austriaci sopravvissuti, circa 24.000, verranno presi in consegna dalle truppe italiane ed imbarcati alla volta dell'Italia, destinazione Sardegna, isola dell'Asinara. Tra questi, centinaia moriranno durante l'attraversata, sfiniti nel fisico, colpiti dal colera e da altre malattie, che una volta giunti sull'"isola del Diavolo"", causeranno in pochi giorni la morte di molte migliaia di uomini, vittime anche dell'impreparazione e dell'inadeguatezza manifestata dalle autorità militari e sanitarie italiane, messe sotto pressione dal