Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
A quasi vent'anni dalla prima edizione, si ripropone questo romanzo, veloce e intenso, in cui la follia padana assume ritmi di danza, mentre Roberto Barbolini dà vita a un insolito ritratto del favoloso Ligabue, tanto più vero quanto reinventato, lunatico e strampalato.rn«Con il piglio visionario e lo stile picaresco che lo distinguono Barbolini mette in scena un coinvolgente bestiario umano e animale, tra i cui protagonisti spiccano figure di lunatici e di birrarri, di idealisti e di artisti, il pittore - narratore Pietro Ghizzardi e il vulcanico sognatore Antonio Ligabue» - Gino Ruozzi, Il Sole 24 OrernrnrnNelle terre della Fabbrica Ducale, che si stendono tra il fiume e l'Appennino, in una Bassa padana simbolica, un mongolo, degradato erede di Gengis Khan, vaga per la pianura a ridosso del Po con i tedeschi alle calcagna, a loro volta insidiati da un coccodrillo ferocissimo, finché incappa in Antonio Ligabue, pittore matto che ama ritrarre tigri e motociclette. «Ligga è un om che scappa perfino quando sogna»: e il romanzo, nei toni di un'epica minore, racconta con una scatenata fantasia picaresca gli incubi e le fughe dalla vita del pittore e dei suoi bizzarri compagni d'avventura: l'amico, anche lui pittore, Pietro Ghizzardi; Angelica, donna sensuale dal nome ariostesco, con suo figlio Bilìn; un Tenore dalle ambigue predilezioni sessuali e varie altre creature che formano uno stralunato bestiario umano. Sullo sfondo, il rombo di una guerra in parte vissuta, in parte immag