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«Mi accingo qui a raccontare "cose"" e ad affrontare la sfida antica di parlare di bene e di male, di buono e di cattivo, di sano e di malato, di umano e di cinico. Premetto che il mio criterio di bene e di male è ""banalmente"" etico e psicoterapico. È la vita contro la morte (antico libro di psicoanalisi). Scoprire in vecchiaia che quello che sei è dipeso dalle tue scelte, modi di essere, dalle cose positive e dagli errori che hai fatto, anche se oggi li capisci, non sono granché modificabili e quindi non lo è la tua vita di oggi con i suoi pregi e limiti. Spero di autocitarmi con sufficiente autoironia. E di avere consapevolezza, come si dice in siciliano, che è ""u pirocchiu chi avi a tussi"" (essendo invisibile, deve farsi sentire). Ciò insieme alla realistica e malinconica scoperta di vecchiaia che del tanto che c'è nel mondo e io ho visto e capito solo qualche pezzetto.»"