Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Un uomo in rivolta, un imprenditore che harnscelto di dire no al racket delle estorsioni.rnUna storia di ribellione: contro la camorrarnche lo minaccia, contro la famiglia chernlo rinnega, contro lo Stato che lo equipararna un pentito. Come si convive con la paura,rnin costante pericolo? Quale prezzo si pagarnper non accettare compromessi?rnrn«La mia vita è cambiata un giorno qualsiasi,rnnel gennaio del 2002, quando la camorrarnfece irruzione nel mio negozio.rnPerché mi sforzo di ricostruire ogni voltarnun’esistenza dalle ceneri di quella precedente?rnPerché se abbandonassi il mio territoriornvincerebbero loro. E invece resto quirnad affrontarli. Perché sono loro che devonornandarsene, non io»rnrnrnCome si combatte dall'interno il sistema in cui si è cresciuti? Come si fa impresa nonostante e contro la criminalità organizzata? Che vita è quella di un testimone di giustizia, costretto a nascondere la sua identità per trovare un lavoro o anche solo qualcuno che gli affitti un alloggio? «Io la mia vita l'ho persa il 18 ottobre 2001, quando gli esponenti del clan sono entrati nel mio negozio». Esordisce così Luigi Leonardi nella sua drammatica testimonianza. Ma non è una vittima, o lo è solo in parte. La sua vicenda non si può ricondurre a nessuno stereotipo: non è un giornalista che ha scelto di consacrarsi alla verità né un eroe che sfida la morte senza riserve. È semplicemente un uomo che voleva fare l'imprenditore nella terra in cui è nato, e ci è riuscito con risultati eccel