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Gli antichi Greci amavano, nel sonno, la divinità della pace e dell'oblio: il sonno che fa dimenticare gli affanni, è sempre "dolce"" e ""soave"". Ma essi avevano anche la consapevolezza che questo misterioso intervallo era una forma di ""morte breve"", e per questo accostavano il dio del Sonno al dio della Morte. Invece il sogno è stato, da sempre, qualcosa d'""altro"": un fatto incontrollabile, un messaggio indecifrabile a cui solo gli interpreti deputati dagli dei potevano fornire una spiegazione. Per ogni sogno strano o sospetto, si interrogano gli oracoli. Anche Aristotele ha riflettuto su questi temi in alcuni brevi trattati, qui raccolti."