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È altissimo, esagerato, il prezzo che i personaggi famosi pagano alla vanità. Stefano Lorenzetto lo ha compreso andando a intervistarli: il musicista Giovanni Allevi ammette d'aver costruito la propria immagine di genialoide usando il balsamo Hydra-ricci della Garnier che "rende il riccio definito""; il ministro Mara Carfagna è contenta delle foto osé scattate quand'era modella perché un giorno potrà dire ai nipoti ""guardate quant'era bella nonna""; il fotografo Fabrizio Corona si considera ""molto sicuro"" di se stesso; la conduttrice Ilaria D'Amico punta a ""una vicedirezione reale"", magari del Corriere della Sera, in alternativa della Repubblica; la contessa Marta Marzotto confessa che fin da bambina si spediva lettere poetiche e aspettava l'arrivo del postino come se gliele avesse scritte un misterioso spasimante; l'onorevole Vittorio Sgarbi è convinto d'aver propiziato due miracoli, facendo persino uscire dal coma il marito di una sua ammiratrice. Per non finire come i cosiddetti Vip, l'autore di questo libro - vanitoso al pari di tutti i giornalisti - s'è dato una regola: vederli da lontano. E ha deciso di seguire una profilassi che lo porta a evitare il più possibile le liturgie della categoria. Perché L'hybris può diventare una vera e propria patologia psichiatrica, come attesta lo sbando di una società in cui per esistere bisogna apparire: nei palazzi del potere, nei salotti, in televisione o, per i meno fortunati, almeno su Facebook..."