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Da una lettura a una vita: gli scrittori italiani raccontano del mondo e di sé partendo da un libro rnrn«Nella grande tradizione di Un marziano a Roma di Flaiano, Alessandro Giammai racconta le impressioni di un giovane romano appena atterrato e altrettanto spaesato a Princeton. Il suo sguardo antropologico sulla provincia universitaria – acuto, allenato, innamorato – è meravigliosamente contraddittorio, tanto sardonico quanto sincero» - Jhumpa Lahirirnrn«I ragazzini a cui faccio lezione, e ancora di più i figli ancora più giovani dei miei colleghi, credono sul serio che il disincanto, l’ironia, la consapevole amareggiata indifferenza degli innocenti saputi siano i caratteri distintivi della loro generazione. Da romano, mi viene da ridere. Aspirano ad affilate mordacità, a sguardi obliqui e obiettivi, indossano maglie che dicono I AM FLUENT IN SARCASM. Poi li porti alla Frick Gallery a vedere Tiziano e rimangono a bocca aperta» - Alessandro GiammeirnrnrnUn giovane arriva a Princeton, l'università di grandi scienziati e grandi scrittori, premi Nobel e ragazzi venuti da ogni parte del mondo per partecipare della stessa inebriante, impressionante, ipertrofica eccellenza americana. Si è laureato alla Sapienza di Roma, si è addottorato alla Normale di Pisa, ha pubblicato poesie, articoli e un saggio sul nonsense vittoriano, ma è cresciuto, come molti italiani nati in periferia alla fine degli anni Ottanta, guardando i «Pokémon», giocando di ruolo sulla rete, fumando di nascosto co