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“Garibaldi che precederna piedi la colonna in mezzornal suo Stato Maggiore mi sembrarnuno dei primi conquistatorirndell’America”rnrnNel 1859 Ippolito Nievo si arruolò nei Cacciatorirndelle Alpi di Garibaldi che combatterono a fiancorndell’esercito piemontese e delle truppe francesi;rnl’anno dopo si imbarcò a Quarto con i Mille e furnresponsabile, insieme a Giovanni Acerbi, dell’Intendenzarndella spedizione (ovvero dell’amministrazionerneconomica e finanziaria). Se la campagna delrn1859 costituì per lo scrittore una fonte di ispirazionernpoetica, come testimoniano i versi della raccoltarnAmori garibaldini, nei mesi compresi tra la fine delrn1860 e l’inizio del 1861 l’esigenza di reagire vigorosamenternalle diffamanti accuse che i cavourianirnrivolgevano all’amministrazione garibaldina gli dettòrnalcuni articoli polemici (qui raccolti, insieme alrnbrillante Giornale della Spedizione di Sicilia, sotto ilrntitolo di Scritti garibaldini), nei quali non esitò a opporrernpolemicamente l’esercito di volontari all’esercitornregolare e la guerra rivoluzionaria alle battagliernelettorali e parlamentari: in questo quadro l’esercitorngaribaldino era da Nievo concepito come spaziornpolitico o, per essere più precisi, come spazio di politicizzazionerndelle classi popolari. Entrato in strettorncontatto con la società siciliana, lo scrittore venivarnnel contempo interrogandosi sul divario economicorne sulle differenze sociali e culturali tra il Nord e ilrnSud dell’Italia mentre il suo accentu