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"Diceva il grande Giorgio Caproni che il poeta è un particolare ""minatore"" che scava, scava e s'inabissa nelle profondità dell'anima e della vita per poi riportare alla superficie delle pietre preziose con cui narra l'uomo e il mondo. E se ""il poeta è un minatore"" la sua arte sublime consiste, come ci ha insegnato un altro grande - Italo Calvino - nel ""far entrare il mare in un bicchiere"", ovvero nella capacità di dire e di spiegare un universo, di rendere persino una visione della vita e del mondo anche in soli due o tre versi. In un mondo così impoetico e sempre più globalizzato e internettizzato, la poesia - forse il meno consumato dei prodotti della società di massa - deve continuare ad essere un'arma di ""resistenza"" contro ogni forma di Potere, contro il Male e il negativo del mondo, una modalità particolare di contestazione e di opposizione e, pertanto, quel minatore ""sui generis"" che è il poeta sa di non scrivere sulla sabbia e che ""il giorno più/ e vano/ è quello in cui/ la mano non ha/ steso neppure un/ verso da consegnare/ all'universo""."" Prefazione Lia Bronzi. Postfazione Enrico Taddei."