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Un romanzo pieno di grazia che racconta, con tono ironico e sorprendentemente leggero, il dolore della perdita e la fatica della rinascita. rnrn«Silvia Truzzi affonda le sue parole nello spazio cieco di ogni donna, di ogni uomo. È nata una scrittrice.» - Roberto Savianornrn«Nei libri continuo a cercare un sollievo, una luce nel buio. Margherita e la sua amica improbabile mi hanno ricordato come le ferite del cuore vadano affrontate e curate con coraggio, ma senza vergognarsi delle cicatrici che lasciano. Perché le cicatrici sono la cerniera di tenerezza che ci impedisce di sprofondare nel cinismo.» - Massimo Gramellini, Corriere della Serarnrn«La prosa di Silvia Truzzi è ipnotica. Ogni suo periodare – nei dialoghi e nelle scene – è un mantra cui chi legge porta se stesso. Ed è come quando si narra di una favola che impegna anni e anni per sbocciare tra i giorni grigi.» - rnPietrangelo Buttafuoco, Il Fatto Quotidianornrnrnrn«Quanti anni hai?» Pensai che fosse il momento di mettere le cose in chiaro.rn«Signora, io non ho mai voglia di parlare.»rnLa vecchia mi guardò spalancando gli occhi celesti, troppo grandi, improvvisamente dolcissimi.rn«Va bene, bambina.»rnSi alzò, diretta verso il suo letto. Da quando ero in ospedale non riuscivo neanche a piangere, ma qualche volta sognavo Francesco che mi diceva la nostra frase: «fai piano quando torni». rn Margherita ha trentaquattro anni e un lavoro che ama. È bella, ricca ma disperatamente incapace di superare sia la scomparsa dell