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Romanzo di ampio respiro storico e felice ambizione narrativa, Sangue giusto scandaglia in profondità la coscienza di uomini e donne costretti a confrontarsi con una realtà più complessa di quello che sembra, che sfugge alle definizioni a cui siamo abituati. E si chiede: che cosa sappiamo – e che cosa vogliamo e possiamo veramente sapere – delle persone che amiamo? Fino a che punto siamo in grado di comprenderle e di perdonarle? E che cosa c’entra tutto ciò con chi siamo noi?rnrn«Quest'ultima opera di Melandri è molto più di un romanzo. È un sogno, un percorso psichico» - Repubblicarn«Melandri dà fuoco alla polveri e fa esplodere la menzogne d'Europa» - Die Zeitrn«Monumentale» - LibérationrnrnImmagina questo: stai facendo un sogno meraviglioso mentre sei appollaiato sui rami di un albero. Devi svegliarti ogni minuti, però. Perché non devi cadere e anche perché vuoi tenere vivo il tuo sogno. Questo vuol dire emigrare.rnrnNell’afa dell’estate romana, il giorno prima della visita di stato del colonnello Gheddafi, Ilaria trova ad attenderla davanti alla porta del suo appartamento all’Esquilino un ragazzo africano. È arrivato dall’Etiopia attraversando la Libia e dice di essere nipote di Attilio Profeti, il padre di Ilaria, e della donna con cui questi ha vissuto durante l’occupazione italiana in Abissinia. All’inizio Ilaria pensa a uno scherzo, eppure nel profondo sa che l’anziano padre è un uomo dai tanti segreti. Dal tentativo di dare un senso a questo inaspettato legame, Ilari