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Tre estati. Un paradiso selvaggio da scoprire. Dalla veterinaria più amata del web, un nuovo inno alla Natura e alle sue creature.«La casa del cedro è ancora là, a fare da quinta alla piazza. Stretta e alta come un tempo, esibiva nel piccolo cortile un solitario e imponente cedro del Libano. svettava sulla cancellata come un obelisco verde ed esotico. Da bambina sapevo di essere arrivata quando lo vedevo stagliarsi contro il cielo. Con lui terminava il viaggio che mi avrebbe consegnata alla mia estate infinita, senza giorni della settimana, senza orario alcuno, senza niente, se non la tremenda bellezza della natura incantata.»Una grande casa nel cuore di Orosei, sulla costa orientale della Sardegna. Un cortile con un enorme cedro carico di nidi, un pollaio dove giocare, un frantoio abitato dai gatti, una soffitta piena di rondini, una finestra da cui spiare il viavai di gechi e fantasmi nelle notti estive. Questi gli ingredienti delle estati agrodolci che Monica trascorreva «in vacanza forzata» al mare, da bambina. Ultima di tre figli, a sette anni non capiva perché i genitori decidessero di lasciarla dagli zii da giugno a settembre, tanto lontana dalla loro casa di Oristano. Ma poi il posto era bellissimo e incantato e c'era sempre tanto da fare: infastidire il vecchio asino bisbetico, andare al trotto sul fiume con uno dei mansueti cavalli da tiro della fattoria, sfamare nidiate di micini e trascorrere infiniti pomeriggi storditi dal sole, a guardare le lucertole o salvare