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"Le malattie emorragiche e trombotiche, siano esse congenite o acquisite, rappresentano un aspetto clinico rilevante nella pratica medica, anche del medico non specialista. La trombosi venosa profonda e la sua più temibile complicanza, l’embolia polmonare, colpiscono ogni anno l’1% della popolazione, con un andamento crescente al crescere dell’età. La trombosi arteriosa, che può portare all’ictus cerebrale o all’infarto del miocardio, rappresenta una quota rilevante delle cause di ricovero in ospedale, con significativo rischio di mortalità o sequele a lungo termine, ed è ancor oggi al primo posto come causa di morte nei Paesi Occidentali. Persino in corso di tumori, l’evento trombotico può condizionare significativamente l’aspettativa di vita, influenzando i tempi e le modalità di trattamento della malattia neoplastica.rnUgualmente in Italia non meno di 10.000 persone sono affette da malattie emorragiche geneticamente determinate, destinate a durare tutta la vita, con il loro impatto di costi sul Sistema Sanitario Nazionale e di alterata qualità della vita. Anche le complicanze emorragiche acquisite, siano esse indotte da farmaci, indotte da autoanticorpi o insorgenti in particolari situazioni cliniche (es. emorragie post-partum) costituiscono una sfida diagnostico-terapeutica che spesso si connota con i caratteri dell’urgenza e drammaticità.rnL’elemento unificante di tutte queste patologie è rappresentato dalle alterazioni dell’equilibrio emostatico del paziente. L’emostasi,